Conseguita la tanto agognata laurea magistrale in Giurisprudenza si entra belli belli e con l'incoscienza delle prime volte in uno Studio legale. Qui tutto dipende, come quasi sempre nella vita, da chi si incontra. La mia esperienza è fortunatissima, e non solo perché sono una persona ottimista! Faccio pratica in uno Studio prestigioso, il mio dominus (così viene chiamato l'avvocato presso cui si svolge la pratica) è appassionato del proprio lavoro, partecipo ad ogni attività dello studio, dal ricevimento dei clienti alla redazione degli atti, sono presente a tutte le udienze e seguo sia cause penali sia cause civili. Addirittura usufruisco anche di un piccolo rimborso spese! Ci sono anche degli aspetti negativi, naturalmente, per esempio orari e scadenze impossibili, ma in ogni caso, qualunque sia il tuo livello di passione e di buona volontà che metti nell'imparare la professione, qualunque sia il trattamento che ricevi all'interno dello Studio legale, sappi che due anni di pratica passeranno in un lampo.
Dopo il primo anno di pratica, nel quale, anche con il massimo dello sforzo, si è capito poco di come il diritto che si è studiato all'Università venga applicato nella vita reale e ancora meno di come si debba svolgere la professione di avvocato, ecco che si fa strada nella mente la consapevolezza che di lì a poco si dovrà sostenere l'esame di Stato.
Molte leggende vengono tramandate di praticante in praticante ma ciò che se ne ricava è solo una grande ansia, che si ripercuote inevitabilmente nella preparazione all'esame.
Tutti vorrebbero trovare un metodo di studio miracoloso e belle scorciatoie ma vi assicuro che non ce ne sono. Come per ogni traguardo un po' ambizioso ci serve un buon piano che porti ad un'eccellente preparazione.
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